Il Governo nepalese è impegnato a ridurre a due gli attuali sette campi profughi bhutanesi presenti in Nepal orientale nel corso dei prossimi due anni. E' quanto si legge in una nota di Jay Mukunda Khanal, responsabile dell'unità nazionale per il coordinamento dei rifugiati in Nepal, diffusa dall'agenzia Irin. "Visto il gran numero di persone presenti nei campi, speriamo di riuscire in questa impresa entro il 2012" ha detto Khanal. Conosciuti in Bhutan come “Lhotsampas”, i rifugiati sono cittadini bhutanesi di origine nepalese che vivono nei campi dai primi anni '90 in seguito allo sfollamento di 108 mila persone dalle loro abitazioni da parte del governo bhutanese. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), dal 2007 sono stati reinsediati in paesi terzi più di 43.500 rifugiati bhutanesi. Fino al 28 febbraio, gli Stati Uniti ne avevano accettato la maggior parte (oltre 37 mila), seguiti da Canada, Australia, Nuova Zelanda, Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi e Regno Unito. Attualmente nei sette campi di Beldangi I, Beldangi II, estensione del Beldangi II, Khudunarabari, Timai e Goldhap (tutti nel distretto di Jhapa) e Sanischare (nel distretto di Morang), ci sono 69,203 profughi. Di tutti gli abitanti dei campi il 75% ha espresso il desiderio di essere reinsediato in paesi terzi. L'UNHCR sta cercando di negoziare con il governo sul processo di pianificazione, nel tentativo di assicurare che venga mantenuto lo stesso livello di servizi e di assistenza per i rifugiati, quando i campi saranno ridotti a due.
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