sabato 17 aprile 2010

Possibili nuove scosse nello Qinghai

In Cina, sono quasi 1'500 i morti causati dal sisma che ha colpito mercoledì la provincia nord occidentale dello Qinghai. Questo il nuovo bilancio fornito dall'agenzia Nuova Cina. Almeno 12mila i feriti. Nella giornata di oggi intanto, centinaia di corpi senza vita sono stati bruciati, al fine di scongiurare la diffusione di epidemie. E gli esperti lanciano un nuovo allarme: la regione potrebbe essere colpita nei prossimi giorni da nuove scosse. La popolazione è stata messa in allerta.

Terremoto nel Qinghai: allestite le tendopoli

Ripari di fortuna per chi ha perso tutto. Nella provincia cinese di Qinghai, colpita dal devastante terromoto che ha provocato piu’ di 1100 morti e migliaia di feriti, sono state allestite decine di tendopoli. I senza tetto si organizzano da soli: compilano liste di conoscenti e ogni volta che qualcuno viene trovato, si tira un sospiro di sollievo. Le tende servono anche ai medici: a Yushu è stato allestito un ospedale da campo per curare i feriti piu’ gravi. Trasportarli altrove è complicato: questa è una vasta area rurale situata a 4 mila metri di altitudine al centro della catena himalayana dove, di notte, le temperature scendono sotto zero. Ogni vita strappata al sisma è salutata con scene di entusiasmo. Da una casa completamente distrutta sono estratte vive e in discrete condizioni prima la figlia e poi la madre. In attesa che i soccorritori trasportino in loco strumenti piu’ sofisticati, si scava con le mani. Lo fanno anche i monaci tibetani che si sono uniti ai volontari e all’esercito.

venerdì 16 aprile 2010

Cina, aumentato a 1.144 il bilancio dei morti

E' salito a 1.144 morti il bilancio dei morti causati dal terremoto che mercoledì mattina ha scosso la provincia nord occidentale del Qinghai in Cina. Lo riporta l'agenzia di stampa Nuova Cina.

Nepal: un micro-credito contro mortalità durante la gravidanza

Médecins du Monde sta sviluppando in Nepal un nuovo programma associando il micro-credito alla salute.
In pratica sono stati costituiti dei gruppi formati da donne costituitesi in piccole cooperative. Queste donne gestiscono dei fondi autonomamente, i quali  gli permettono, in caso di bisogno, di sbloccare i soldi necessari per pagare le spese sanitarie, in casi di problemi di gravidanza o di problemi post parto. Molte donne in Nepal non possono permettersi i costi sanitari e neppure i costi di trasporto abbligando la maggior parte delle donne a rinunciare all'assistenza sanitaria. In Nepal circa l'80% dei parti sono ancora praticati in casa senza nessuna assistenza medica. Una bella idea e un bel progetto, questo di Médecins du Mond, dal momento che la mortalità durante il parto in Nepal si situa al 7,4% e la mortalità dei neonati al 39%. Una delle percentuali più elevate al mondo.

Cina, partirà il prossimo mese la Tibet Airlines

La compagnia avrà sede nella capitale della regione e avrà un personale rigorosamente tibetano - Dalla metà del 2011 cominceranno a campeggiare negli aereoporti, prima cinesi e poi probabilmente di tutto il mondo, aerei targati Tibet. Il governo di Pechino infatti, ha fatto sapere che dal prossimo mese aprirà una nuova compagnia area, la Tibet Airlines appartenente alla storica regione da cui prende il nome. L'azienda, che avrà sede nell'aereoporto di Konggar, nella captale dello stato Lhasa, aprirà con un capitale registrato di 280 milioni di yuan (41,2 milioni di dollari). Cheng Hui, responsabile della preparazione del nuovo progetto, ha spiegato che la nuova linea aerea effettuerà servizi sia di cargo sia di passeggeri, e disporrà almeno per i primi cinque anni di una flotta di 20 aerei, principalmente Boeing 737 e Airbus A319. Il responsabile ha poi assicurato che il personale sarà composto in gran parte da tibetani.

giovedì 15 aprile 2010

Sisma nel Qinghai, monaci buddisti in aiuto

E' salito a 760 il bilancio dei morti causati dal terremoto che ieri mattina ha scosso la provincia occidentale del Cinghai, in Cina. Lo riportano i media ufficiali, precisando che mancano all'appello ancora 243 persone. Il sisma, lo ricordiamo di magnitudo 6,9 sulla scala Richter, ha distrutto la maggior parte delle abitazioni. Oltre 100 mila per persone rimaste senza una casa. Ad aggravare la situazione, le difficoltà dei soccorsi e le temperature glaciali, soprattutto notturne.

Anche i monaci tibetani stanno fornendo il loro supporto. In una zona di mercato andata completamente distrutta circa 20 monaci si sono uniti alle squadre di soccorso per cercare di estrarre le persone dalle macerie. "La vostra partecipazione alle operazioni dimostra pienamente l'amore per la nazione e per la religione", ha detto loro il vice premier cinese durante un sopralluogo nella regione tibetana di Yushu.

Cina: premier Wen sul luogo della tragedia

Il premier cinese Wen Jiabao è arrivato a Yushu, la regione sulle montagne del Tibet colpita ieri da un terremoto che ha causato la morte di oltre 600 persone. Lo affermano i mezzi d' informazione cinesi. Il premier non è nuovo ad iniziative di questo tipo. In occasione del terremoto del Sichuan del 2008, che ha provocato la morte di quasi 90mila persone, Wen si recò sul posto poche ore dopo il disastro, assumendo il controllo delle operazioni di soccorso. A Yushu, nella provincia nordoccidentale del Qinghai, decine di migliaia di persone sono rimaste senza casa in condizioni atmosferiche proibitive. Il freddo e i danni alle comunicazioni stanno creando grossi ostacoli all' opera dei soccorritori.

Ciclone nel Bihar: 66 morti

Almeno 66 persone sono morte nell'uragano che ha colpito nella notte gli stati indiani del Bengala Occidentale e del Bihar secondo un nuovo bilancio stilato dall'agenzia di stampa indiana Pti. Diverse vittime e ingenti danni si registrano anche nel confinante Bangladesh. I forti venti, che hanno raggiunto una velocità di 125 chilometri orari hanno spazzato via i tetti delle case, bloccato strade e ferrovie e messo in ginocchio una vasta area che comprende il distretto di Dinajpur Superiore e altri quattro distretti del Bengala Occidentale. A causa della mancanza di elettricità e di collegamenti telefonici la zona è ora isolata dal resto del paese.
Secondo la fonte, oltre 200 mila persone sono rimaste ferite nel crollo di edifici e in diversi incidenti causati dalle forti raffiche durate circa 40 minuti e seguite da abbondanti piogge. Distrutta anche una caserma della polizia del principale centro di Raiganj.
Le operazioni di soccorso sono già state avviate, ma si teme che molti abitanti possano essere ancora bloccati nelle macerie delle loro case. Secondo una prima stima, i senzatetto sono circa 50 mila. Forti uragani sono frequenti nel nord est dell'India nella stagione estiva che quest'anno ha già fatto registrare temperature superiori a 40 gradi, eccezionali per il mese di aprile. Il Bengala Occidentale e il Bangladesh erano stati semidistrutti nel maggio del 2009 dal ciclone tropicale Aila costato la vita a oltre 150 persone.

Salgono i morti nello Qinghai

Almeno 589 persone sono morte e 10 mila sono rimaste ferite nella provincia cinese del Qinghai, che ieri è stata colpita da un potente terremoto di magnitudo 7.1 Richter. Novecento sono state estratte vive, ma molte altre sono
ancora sepolte sotto le macerie a Jiegu (Gyegu in tibetano, la lingua della grande maggioranza dei residenti della regione), una città di circa 100 mila abitanti nella Prefettura autonoma tibetana di Yushu, dove il sisma ha colpito alle 7:49 della mattina (la Cina è sei ore avanti all' Italia).
«Vedo feriti dappertutto, alcuni sanguinano», ha dichiarato il funzionario locale Zhuohuaxia all' agenzia Nuova Cina. «Il problema più grosso è che non abbiamo tende, non abbiamo equipaggiamento medico, non abbiamo medicine né medici...», ha aggiunto il funzionario.
In serata, la Cctv, la televisione di stato, ha mostrato le immagini delle zone devastate dal terremoto. Il sisma ha provocato il crollo dell' 85 per cento degli edifici di Gyeyu, fatte in gran parte di terra e legno. L'emittente ha mostrato anche soldati e poliziotti al lavoro tra le macerie di un edificio distrutto.

Le comunicazioni con la regione colpita, che si trova a 4.000 metri di altezza non lontano dei confini con la Regione Autonoma del Tibet, sono state interrotte per alcune ore prima di essere ripristinate dall' esercito. Circa 700 soldati, aiutati dai volontari locali, scavano sotto le macerie, spesso con le mani o con attrezzi di fortuna, per estrarre dalle macerie le persone ancora vive. Altri cinquemila soccorritori, tra cui soldati e medici, sono stati mobilitati e sono pronti a raggiungere la zona colpita, che è 800 chilmetri a sud della capitale provinciale Xining.
Le operazioni di soccorso sono ostacolate dalle temperature polari e dai crolli di ponti e strade, comprese quelle che dall' unico aeroporto della zona portano a Gyegu. L' aeroporto, invaso da detriti, è stato aperto nel pomeriggio di ieri e sono state inviate tende, coperte e vestiti pesanti.
Tre tende che possono ospitare una sessantina di persone sono state erette nel cortile della prefettura di Yushu, riferisce Nuova Cina.
Alcune scuole elementari ed un istituto professionale sono crollati e molti studenti sono rimasti intrappolati tra le macerie. Cinque bambini sono morti in una scuola elementare. «La nostra priorità è quella di salvare gli studenti», ha affermato Kang Zifu, un ufficiale dell' esercito impegnato nei soccorsi.

Il presidente Hu Jintao ed il premier Wen Jiabao hanno chiesto di «fare tutti gli sforzi per salvare vite e fornire assistenza alle vittime del terremoto». Il governo ha stanziato 200 milioni di yuan (circa 29,3 milioni di dollari) per gli aiuti ai terremotati.
Il leader spirituale dei tibetani, il Dalai Lama, ha rivolto un messaggio di solidarietà e di condoglianze alle vittime assicurando che pregherà per loro. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha inviato «le sue più profonde condoglianze al governo e al popolo della Cina». Messaggi di cordoglio sono venuti anche dal segretario
di stato americano Hillary Clinton, dal presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso e dal ministro degli esteri italiano Franco Frattini.

mercoledì 14 aprile 2010

Ora bisogna pensare ai soccorsi

E' la regione natia di Tenzin Gyatso, il XIVmo. Dalai Lama, lo Qinghai. Jiegu, la cittadina dove è stato localizzato l'epicentro si trova a 800 chilometri dalla capitale Xining. E' una zona di montagna, abitata per lo più da tibetani. Una realtà difficile, povera, lontana anni luce dagli effetti speciali della seducente Shanghai e dallo sviluppo roboante dell'iperproduttiva Pechino. E' la pancia più interna della Cina, tra lo Xinjiang e il Tibet, tutt'altra cosa rispetto alle coste, qui vivono soprattutto contadini e pastori.
Il treno dello sviluppo cinese ha agganciato anche questa terra dimenticata con la ferrovia superveloce che da Xining porta in circa 25 ore di treno a Lahasa. Un percorso di speranza, per molti. Un percorso di avvio di nuove attività, risorse, forze ficiche e materiali in Tibet per il governo centrale. Un percorso, comunque, pieno di incognite pensando a come potranno essere il volto e l'anima del Tibet tra qualche anno.
Le temperature in questi giorni sono ancora molto basse e la zona è difficile da raggiungere anche perché molti ponti e strade sono crollati. Ora bisogna pensare ai soccorsi. Mandare aiuti. Il numero delle vittime sale, e continuerà a salire nelle prossime ore.

Christian Gilardi

Devastante terremoto nel Qinghai, rassegna stampa

La notizia del violento sisma che ha scosso la provincia del Qinghai, in Cina, viene seguita con attenzione dai maggiori quotidiani europei e statunitensi
L'Unione Europea, per bocca del presidente della Commissione Barroso, ha annunciato di essere pronta a sbloccare aiuti immediati per le vittime del terremoto.

Qui troverete alcuni link, dove potrete approfondire l'argomento









A*Less

Salgono le vittime del terremoto nel Qinghai-ASCOLTA

Sono almeno 400 i morti e 10'000 i feriti per il terremoto che ha colpito stamane la provincia di Qinghai,
nella Cina occidentale. Il nuovo bilancio delle vittime è stato fornito da Pubu Cairen, direttore del centro per le emergenze dell'ufficio della prefettura di Yushu, dove si è verificato il sisma.
Secondo i soccorritori, «molte» persone sono sepolte sotto le macerie e il bilancio potrebbe aumentare ulteriormente. Quasi il 90% delle case è stato distrutto o danneggiato dal terremoto a Jiegu, una città di centomila abitanti a 30 chilometri dall'epicentro.Stando a Zhuohuaxia, un funzionario del governo locale citato dall'agenzia Nuova Cina, sono «molti» gli studenti ancora sepolti sotto le macerie delle loro scuole nella remota prefettura di Yushu. «Le strade di Jiegu (la località più vicina all'epicentro) sono piene di gente presa dal panico, molti sono feriti e perdono sangue», ha aggiunto. Secondo il funzionario «molti studenti sono rimasti intrappolati nel crollo di una scuola professionale». «Il nostro primo compito è quello di salvare i ragazzi», ha aggiunto Kang Zifu, un ufficiale dell'esercito impegnato nelle operazioni di soccorso.
Jiegu ha centomila abitanti. Circa cinquemila soccorritori si aggiungeranno nelle prossime ore ai 700 militari già impegnati sul terreno. Tende, vestiti pesanti e coperte sono stati inviati dal governo del Qinghai. La ferrovia «più alta del mondo» del Qinghai-Tibet passa a circa 200 chilometri dall'epicentro e fino a questo
momento non risulta che abbia subito danni.Il sisma si è sentito anche a Chamdo, una città che si trova a
circa 300 chilometri dall'epicentro, nella Regione Autonoma del Tibet, che confina col Qinghai. «Stiamo ancora accertando i danni», ha dichiarato a Nuova Cina un funzionario locale che non ha fatto cenno a vittime.

La notizia dal sito rsi.ch

Terremoto nel Qinghai, più di 300 morti- VIDEO

Oltre 300 persone sono morte e 8'000 ferite in seguito ad una forte scossa di terremoto di magnitudo 6,9 sulla scala Richter avvenuta nella provincia cinese del Qinghai. Lo riferisce l'agenzia Nuova Cina. Il sisma è stato registrato dal Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs) alle 7:49 ora locale (l'1:49 in Svizzera) ed è stato seguito da tre repliche di magnitudo rispettivamente 5,3, 5,2 e 5,8. Le autorità cinesi hanno stimato la magnitudo del primo sisma a 7,1 gradi.
Secondo i rilievi dell'Usgs, l'epicentro della prima forte scossa è stato a 10 km di profondità, a una distanza di 375 km dalla città di Golmud e 240 km dal centro tibetano di Chamdo.
«Molti sono stati seppelliti dai crolli e molti feriti sono stati portati negli ospedali», ha dichiarato un funzionario locale all'agenzia Nuova Cina.Nella cittadina più vicina all'epicentro, Jiegu, è crollato l'85% delle case, ha aggiunto il funzionario. Tra le vittime ci sarebbero molti bambini di una scuola elementare. «Non abbiamo scavatrici - ha proseguito la fonte - e dobbiamo scavare con le mani. Non abbiamo neanche sufficienti attrezzature mediche».Jiegu si trova in una Prefettura autonoma tibetana nei pressi del confine con la Regione autonoma del Tibet. Circa 90% degli abitanti è tibetano.

Guarda il video di Euronews


martedì 13 aprile 2010

Le scelte di Prachanda

Pushpa Kama Dahal, più conosciuto come Prachanda, da più di un ventennio dirige il partito maoista nepalese, ha dovuto prendere, in diverse occasioni, decisioni difficili. Ma il mese prossimo sarà veramente fondamentale il suo giudizio e la posizione del suo partito. Negli scorsi giorni il dirigente maoista è stato chiaro: nessuna nuova costituzione finché l'attuale governo è al potere. Per spodestare l'attuale primo ministro
Madhav Kumar i maoisti potrebbero innescare una mozione di sfiducia e ottenere i 301 voti che servirebbero appunto a bloccare il governo. Di questa strategia si è molto discusso nelle scorse settimane ma alcuni dirigenti maoisti, come per esempio Baburam Bhattarai (numero due del partito e stratega della guerra civile nepalese), si sono opposti a sostituire un governo di maggioranza con un altro. Bhattarai  sostiene che il paese ha bisogno di un governo di unità nazionale per completare la transizione e non è convinto che un governo a guida maoista con il supporto di partiti minori sia la soluzione ideale. Per costituire un governo di unità nazionale, sostiene sempre Bhattarai, occorre intraprendere una campagna per screditare ulteriormente l'attuale governo. Ma il 28 maggio, data limite per la consegna della nuova costituzione, si avvicina sempre di più. Affinché un governo di unità nazionale si formi il partito Comunista Nepalese (UML) e il Nepali Congress Party (NC), richiedono certezze sul futuro degli ex combattenti maoisti e lo smantellamento dello Young Comunist League. Esistono poi forti contrasti tra i partiti anti maoisti e soprattutto la pressione del governo dell'India contrari a sostenere un governo di unità nazionale guidato da Prachanda. Da quando è iniziato il processo di pace il partito maoista è stato guidato con determinazione da Prachanda ma ora il leader maoista si sente minacciato dal suo secondo, Bhattarai, il quale potrebbe essere un canditato di compromesso in un eventuale governo di unità nazionale. Prachanda ha già espresso i suoi timori di una cospirazione nei suoi confronti e teme una maggiore influenza da parte di Bhattarai che potrebbe emergere come nuova figura. Le decisioni di Prachanda saranno quindi fondamentali per le sorti del Nepal: molti suoi sostenitori si aspettano dal loro leader che diluisca la sua agenda politica, che convinca la maggioranza del partito a domare i più dogmatici e intransigenti dirigenti e che accetti di lasciare a Bhattarai o a qualche altro politico la carica di primo ministro in un eventuale governo di unità nazionale.

Christian Gilardi

Associm partecipa alla missione vice del ministro Urso in Mongolia

La missione del vice ministro Urso dimostra la grande attenzione che l'Italia pone nelle relazioni commerciali con la Mongolia. Le principali istituzioni italiane dedite alla promozione degli scambi commerciali sono qui a Ulaan Baatar insieme alla Camera di Commercio Italo Mongola per certificare le numerose opportunità che la Mongolia offre alle aziende italiane. Lo si legge in una nota. "Associm continuerà nella sua opera di promozione degli scambi commerciali e culturali fra Italia e Mongolia lieta di assistere le aziende che sapranno portare l'eccellenza italiana anche qui in Mongolia." Lo ha dichiarato Michele De Gasperis, presidente di Associm, la Camera di Commercio Italo Mongola.

lunedì 12 aprile 2010

Mongolia e Cina più vicine

Ulaan Baatar e Pechino hanno annunciato sabato, a margine del Forum di Boao per l'Asia, di voler puntare per una cooperazione più stretta. Il vicepresidente cinese Xi Jinping ha elogiato i buoni rapporti di vicinato con la Mongolia, proprio l'anno scorso i due paesi hanno festeggiato il 60esimo anniversario dei loro legami politici. Da parte sua, il premier mongolo Sukhbaataryn Batbold ha quindi chiesto di rafforzare i rapporti nel settore dell'economia, del commercio, delle finanze, dell'energia, nel campo minerario e nelle infrastrutture.

La Cina è il più grande partner commerciale della Mongolia, condividendo con quest'ultma 4'710 chilometri di frontiera.


In 10'500 ieri all'Hallenstadion

La visita di cinque giorni in Svizzera del Dalai Lama si è conclusa ieri con una conferenza all'Hallenstadion di Zurigo. Circa 10'500 persone hanno ascoltato il leader spirituale buddista tibetano parlare di "responsabilità universale e economia".
Durante il suo intervento il Dalai Lama ha ammesso di avere ben poche conoscenze di economia. "Quello che so - ha aggiunto - è che la crisi economica recente ha suscitato serie preoccupazioni in molti paesi". Discutendo con amici, fra cui anche uomini d'affari, è giunto alla conclusione che la crisi globale ha a che vedere con il nostro atteggiamento mentale. Manca una visione d'insieme. Il senso del bene comune e i principi morali sono andati persi. Ma per essere più felici, gli uomini hanno bisogno di questi principi, ha detto.
Già sabato migliaia di persone avevano partecipato alla manifestazione di solidarietà con il Tibet organizzata nel centro storico di Zurigo. Il Dalai Lama ha parlato per la pima volta direttamente alla popolazione. Finora in Europa era successo solo una volta, due anni or sono a Berlino, davanti alla porta di Brandeburgo, ha detto all'ATS Migmar Raith, portavoce della società Amicizia Svizzera-Tibet.


Anche noi di Kundun News eravamo presenti. Il Dalai Lama, come sempre, è riuscito a catalizzare l'attenzione di tutti su di lui, o meglio sulle sue parole, semplici ed efficaci. Moltissimi i tibetani presenti, famiglie al completo che hanno ascoltato il discorso del loro leader spirituale, discorso incentrato sulla crisi economica, la globalizzazione, l'avidità e l'antagonismo. Kundun ha parlato in inglese, era presente solo un traduttore in lingua tedesca (peccato!). Due ore e mezzo intense, dove vi è stato anche un momento musicale: giovani tibetani hanno suonato e cantato una canzone tradizionale. Il Dalai Lama, con il suo immancabile cappellino a visiera, ha poi risposto ad alcune domande del pubblico. A*less

domenica 11 aprile 2010

Arresti in Tibet

La polizia cinese ha arrestato nell’ultima settimana almeno otto tibetani, di cui sei monaci appena adolescenti, che avevano protestato pacificamente in luoghi e momenti diversi per chiedere il ritorno del Dalai Lama in Tibet, l’indipendenza della regione e una piena libertà religiosa. Lo denuncia ilTibetan Centre for Human rights and Democracy (Tchrd), che ha diffuso i particolari delle proteste e degli arresti.