martedì 25 gennaio 2011

Il presidente mongolo oggi ad Aarau

Il presidente della Mongolia, Tsakhiagiin Elbegdorj, è stato oggi ad Aarau per informarsi sulle regole della democrazia diretta e del federalismo svizzero. Egli vorrebbe introdurre una sistema come quello elvetico nel grande Paese asiatico situato tra Russia e Cina, ha riferito la cancelleria cantonale. La Mongolia vuole imparare dall'esperienza svizzera e diventare «un esempio per l'Asia», ha detto il capo di stato, giunto ad Aarau a capo di una delegazione di una quarantina di persone, su invito del governo cantonale argoviese.
Tsakhiagiin Elbegdorj, diventato presidente nel 2009, ha incontrato gli esperti del Centro di Aarau per la democrazia (ZDA) e vari esponenti dell'amministrazione cantonale.

lunedì 24 gennaio 2011

Scoppia un compressore gas al confine con la Mongolia

Un compressore di gas che alimenta una stazione, localizzato nel villaggio di Onokhoy, nella repubblica autonoma siberiana di Buriazia, al confine con la Mongolia, è esploso causando la morte di una persone e il ferimento di altre due. Lo riferisce l'agenzia Itar-Tass citando fonti di polizia. L'esplosione ha sprigionato un incendio su un'area di 150 metri quadri.



Nepal: intesa sul trasferimento dei guerriglieri maoisti

Il capo dei maoisti Prachanda ha affidato i suoi ex guerriglieri a un comitato governativo con una decisione che viene definita dalla stampa locale una «pietra miliare» per la pace in Nepal. Il leader dei ribelli, il cui vero nome è Pusha Kamal Dahal, e il primo ministro ad interim Madhav Kumar Nepal, hanno firmato ieri un'intesa che prevede il trasferimento del comando di circa 19 mila ex guerriglieri della Pla (Armata di liberazione del Popolo) a un comitato interpartitico presieduto dal premier e che ha lo scopo di favorire l'inserimento dei militanti nei ranghi dell'esercito. La cerimonia in forma solenne, si è svolta nella base di Shaktikhor (a sud della capitale) ed è stata trasmessa in diretta dalle tv nepalesi. La decisione, contenuta in un accordo di 12 punti, giunge dopo la partenza della missione dell'Onu (Unmin o United Nation Mission in Nepal) che era stata chiamata nel 2006 a gestire il processo di disarmo e il cui mandato era scaduto lo scorso 15 gennaio. Il
comitato interpartitico era stato creato per colmare il vuoto lasciato dagli ispettori internazionali che gestivano i sette accampamenti in cui sono confinati gli ex ribelli e le loro armi. Nel suo discorso l'ex primo ministro Prachanda ha affermato che «il processo di pace ha ora raggiunto la sua fase finale» e «che il nuovo volto del Nepal come repubblica è stato possibile grazie ai combattenti della Pla». Parole di riconciliazione sono arrivate dal premier Nepal, secondo il quale «è tempo di dimenticare le incomprensioni del passato e rinnovare gli sforzi per esplorare nuove strade di collaborazione». Secondo stime, circa 16 mila persone sono morte in dieci anni di sanguinoso conflitto civile. Dallo scorso giugno, l'ex regno himalayano non ha più un governo dopo le dimissioni di Nepal (che ora svolge funzioni provvisorie) volute dai maoisti che con il 40% dei seggi sono il gruppo più forte in Parlamento. Da allora i principali partiti non sono riusciti a trovare un accordo comune per eleggere un nuovo capo di governo. Ieri il presidente della repubblica Ram Baran Yadav ha esteso di cinque giorni una precedente scadenza che i partiti avevano stabilito la scorsa settimana per formare un governo di unità nazionale in modo da superare lo stallo politico che da sei mesi ha sospeso il processo di transizione democratica.

Nepal: governo a guida maoista?

Vi sono «altissime possibilità. che entro cinque giorni il Nepal abbia un governo guidato da Partito comunista unificato del Nepal (Ucpn-M, maoista). Lo ha assicurato la notte scorsa il suo presidente, Pushpa Kamal Dahal, conosciuto anche come Prachanda. Commentando con i giornalisti l'ipotesi che metterebbe fine a sei
mesi di paralisi governativa, Dahal ha osservato che «le possibilità della nascita entro cinque giorni di un governo di consenso guidato dai maoisti sono alte. Vi sono basi sufficientemente ampie per questo».^Anche gli altri due principali partiti nepalesi (Cpn-Uml e il Congresso), ha aggiunto, hanno un atteggiamento positivo riguardo all'ipotesi di un governo diretto dai maoisti. Prachanda ha riconosciuto che l'elemento che ha permesso di sbloccare la crisi è stata la decisione del Ucpn-M di autorizzare il trasferimento di 19.000 suoi guerriglieri dai ranghi del partito maoista a quelli di uno speciale comitato presieduto dal primo ministro uscente. «Questo - ha concluso - ha cancellato le critiche di quanti sostenevano che i maoisti sono contro la pace ed il processo di revisione costituzionale».