giovedì 19 agosto 2010

Kirghizistan: alpinista italiano disperso

Un alpinista trevigiano, Luca Tessarin, 46 anni, di Mogliano Veneto, risulta disperso da Ferragosto su un ghiacciaio kirghizo della catena montuosa centroasiatica del Tien Shan, in seguito ad una valanga che l'ha
travolto a 4800 metri di altitudine insieme ad altri due alpinisti polacchi. Lo hanno confermato all'ANSA il consolato onorario italiano a Bishkek, capitale del Kirghizistan, e l'agenzia locale Aksai Travel che aveva organizzato l'escursione. La notizia era apparsa oggi su alcuni quotidiani veneti e trova conferma alla Farnesina. L'agenzia Aksai Travel ha riferito che e' stato recuperato il corpo di un alpinista polacco ed e' stato ritrovato vivo il suo connazionale, mentre di quello italiano si sono perse le tracce dal 15 agosto. L'agenzia tiene i contatti tramite un telefono satellitare con il campo base piu' vicino al luogo della disgrazia e dal quale ogni giorno partono le ricerche. La valanga si e' abbattuta sulla parte meridionale del ghiacciaio
Inilcek, in territorio kirghizo, sulla vetta del Khan Tengri (oltre 7000 metri), in una catena che si snoda tra Kirghizistan, Kazakstan e Cina. Il consolato onorario italiano di Bishkek ha riferito di essere in contatto via mail con la moglie di Tessarin.

mercoledì 18 agosto 2010

Nepal: rinviata l'elezione del primo ministro

Il Parlamento nepalese ha deciso di rinviare alla prossima settimana l'elezione del primo ministro. Ne danno notizia i media locali. Il voto, il quinto in un oltre un mese, e' stato rimandato in seguito alla morte di una parlamentare maoista vittima di un incidente domestico. A causa del profondo disaccordo fra i tre principali partiti, nessuno dei due candidati in lizza (il leader maoista Prachanda e Ram Chandra Poudel, del Congresso Nepalese) gode della maggioranza dei 601 seggi dell'assemblea legislativa provvisoria di Kathmandu. Secondo alcuni osservatori, un eventuale voto avrebbe comunque portato anche oggi a un nulla di fatto.

martedì 17 agosto 2010

Lakakh: il primo ministro Singh promette pronta ricostruzione

Il primo ministro indiano, Manmohan Singh, ha promesso di ricostruire entro l'inverno tutte le case distrutte nel Ladakh, la regione del Kashmir devastata dalle inondazione dello scorso 6 agosto in cui hanno perso la vita oltre 180 persone. Il premier, giunto oggi nel capoluogo Leh, che sorge a 3.300 metri di altitudine, ha anche annunciato risarcimenti per le vittime, secondo quanto riporta l'agenzia Ians. «Nei prossimi due mesi e mezzo costruiremo ospedali, scuole, collegamenti elettrici e strade. I soldi non sono un problema», ha assicurato Singh, che aveva già garantito ogni assistenza possibile nel suo dicorso alla nazione pronunciato domenica dal Forte Rosso di New Delhi in occasione della Festa dell' Indipendenza indiana. Nella regione a maggioranza buddista e meta turistica, era arrivato ieri  anche Rahul Gandhi, figlio dell'italo-indiana Sonia e responsabile dell'ala giovanile del partito del Congresso. Intanto continua il ponte aereo organizzato dall'esercito per soccorrere la popolazioni nelle vallate isolate per il blocco di strade e crollo di ponti. L'aeronautica militare indiana (Iaf) ha fatto sapere di aver distribuito finora 300 tonnellate di aiuti e trasportato in salvo circa 820 persone, tra cui numerosi turisti stranieri sorpresi dalle alluvioni mentre erano impegnati in trekking e escursioni ai tanti monasteri tibetani della regione.

Gansu: altre decine di morti

Ancora morti a causa del maltempo in Cina. Secondo quanto riferisce l'Agenzia Nuova Cina ieri le piogge
torrenziali hanno causato altre 36 vittime nella città di Longnan, nella già martoriata provincia nord occidentale del Gansu. Ventitrè i dispersi.Le vittime di ieri si vanno ad aggiungere ai 1.254 morti e oltre 400 dispersi causati dalle inondazioni dei giorni scorsi nel distretto di Zhouqu, sempre nella provincia del Gansu.

lunedì 16 agosto 2010

Gansu: si fermano le ricerche dei superstiti

Le autorita' cinesi hanno dichiarato terminate le ricerche delle quasi 500 persone che ancora risultano disperse nella provincia nord-occidentale del Gansu a seguito delle violente inondazioni che hanno colpito la zona oltre una settimana fa. Secondo l'ultimo bilancio le vittime sono 1.254 e i dispersi 490. Sembra che la decisione di fermare le ricerche dei cadaveri sia dettata anche dal fatto che essendo passati diversi giorni si tratta ormai di corpi in decomposizione che, se esumati, potrebbero diffondere epidemie e fare nuove vittime.
Le squadre di soccorso sono ormai dedite non piu' alla ricerca dei dispersi, ma a sgomberare le strade dal fango e dai detriti mentre e' ancora diffusa la paura che nuove piogge possano portare ulteriori danni nei prossimi giorni.

Sciopero dei trasporti in Nepal: 100 arresti

La polizia nepalese ha arrestato ieri 100 dimostranti che hanno indetto uno scipoero dei trasporti. Lo sciopero aveva come scopo la richiesta ai partiti politici l'immediata ripresa dei lavori per approvare la nuova costituzione. Il processo per approvare la nuova costituzione si è arenato dal mese di maggio soprattutto dopo la crisi di governo e le dimissioni, in giugno di Madhav Kumar Nepal. Ad oggi il parlamento non è ancora riuscito a raggiungere un accordo per eleggere il Primo ministro.

Gansu: ancora vittime

È ancora aumentato il bilancio delle vittime delle inondazioni e smottamenti che la settimana scorsa hanno interessato il nord-ovest della Cina: le autorità cinesi hanno fissato in 1'248 il nuovo bilancio, da 1'238 di stamattina. Sono ancora 496 i dispersi, mentre il precedente bilancio era di 505 mancanti all'appello dopo il maltempo che ha colpito Zhouqu, nella prefettura autonoma tibetana di Gannan, nella provincia di Gansu.
Anche i soccorritori ieri mattina hanno partecipato al lutto nazionale, fermandosi in silenzio per tre minuti alle 10.00, unendosi a tutto il paese. Le bandiere sono state messe a mezz'asta in tutta la Cina e le manifestazioni previste per oggi annullate.