sabato 27 marzo 2010

La ITSN in convegno a Dharamsala


E' iniziata ieri a Ghangchen Kyishong, il quartier generale del Governo tibetano in esilio , una riunione di tre giorni della International Tibet Support Network (ITSN) coalizione che raggruppa 168 organizazioni in tutto il mondo che sostengono la causa tibetana. Presenti alla riunione il Primo Ministro tibetano Samdhong Rinpoche e Kesang Yankyi Takla, ministro del'informazione e dei rapporti internazionali. 52 partecipanti provenienti da 11 paesi sono convenuti a Dharamsala alla conferenza che è a porte chiuse. Il Primo Ministro tibetano ha spiegato ieri ai partecipanti le direttive e la situazione attuale del dialogo con la Cina ribadendo la linea, approvata dal Parlamento tibetano in esilio, dell'autonomia. Ha precisato inoltre che sia il Governo che sua Santità il Dalai Lama non interferiranno nella politica dei gruppi di sostegno alla causa tibetana, lasciando ad essi totale autonomia. Samdhong Rinpoche ha poi ringraziato la ITSN per il lavoro a favore della questione tibetana.

venerdì 26 marzo 2010

Bhutan: riunione in aprile della South Asian Association for Regional Cooperation (SAARC)

La sedicesima riunione della South Asian Association for Regional Cooperation (SAARC), piattaforma politica,  che dal 1985 riunisce i governi di India, Bangladesh, Bhutan, Maldive, Nepal, Pakistan e Sri Lanka, si riunirà in Bhutan il 28 e il 29 aprile prossimi. La SAARC è un organismo che riunisce alcuni paesi dell'Asia con l'intento di una cooperazione regionale. Per questa riunione il Bhutan schiererà un imponente macchina di sicurezza visto anche le recenti minacce che il Partito Comunista del Bhutan ha fatto nei confronti del recente governo democratico presieduto dal giovane monarca Jigme Khesar Namgyal Wangchuck.
In Bhutan è attivo il Partito Comunista del Bhutan che si ispira al Partito maoista nepalese e ha contatti con il Fronte Unito di Liberazione dell'Assam (Asom per le popolazioni locali), il Kamatapur Liberation Organization (Klo), ovvero l’Organizzazione di Liberazione Kamatapur e altri gruppi ribelli della regione del Nord est dell'India.
Creato nei campi profughi dove vivono oltre centomila Lotshampa (bhutanesi di origine nepalese) espulsi dal Bhutan dagli anni novanta, il partito ha un programma rivoluzionario il cui scopo è rovesciare la monarchia di Thimphu e creare una repubblica popolare. La popolazione dominante del piccolo paese himalayano è formata prevalentemente dai Drukpa, etnia di origine tibetana.
I rifugiati, Lotshampa che si trovano in Nepal, non hanno potuto partecipare alle elezioni dello scorso 2008 poiché non sono stati considerati come cittadini bhutanesi.
Nel frattempo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha annunciato che oltre 20.000 rifugiati hanno lasciato gli accampamenti nepalesi trovando accoglienza soprattutto negli Stati Uniti e in Canada.
Tuttavia i problemi tra le etnie Lhotshampa e Drukpa non si sono pacate soprattutto dopo l'insediamento del nuovo governo e del re Jigme Khesar Namgyal Wangchuck.
E' in questo contesto di tensione  che trova terreno fertile l'organizzazione maoista che ha come obiettivi immediati, il rimpatrio di tutti i profughi espulsi dal Paese e una serie di richieste economiche e politiche, come uno stipendio minimo garantito di 150 ngultrum al giorno per tutti e la distribuzione delle terre ai contadini più poveri, oltre alla completa libertà di parola e di stampa all'interno del Bhutan.

Dal 1993 ci sono stati diverse riunioni  tra l'ONU e i governi del Bhutan e del  Nepal per risolvere la crisi ,senza però ottenere concreti risultati.

Christian Gilardi

Un questionario ai cinesi d'Europa sulla questione tibetana

"Reporters sans frontières " ha ottenuto una copia di un questionario distribuito da un'organizzazione di cinesi che vivono in Europa. Il documento invita a dare il proprio parere sul Tibet e sul Dalai Lama. Presentato come un'inchiesta dell'Università di Comunicazione di Pechino,  il documento è  molto dettagliato ma probabilmente redatto dall'organismo statale incaricato di occuparsi dei cinesi in Europa. Presentato come un'inchiesta "concernente l'attitudine degli emigrati cinesi e degli stranieri di origine cinese (...)

Da sabato a Dharamsala il festival dell'opera tibetana


E' tutto pronto per il quindicesimo festival annuale di Shoton, l'opera nazionale tibetana che inizia domani a Dharamshala. Circa 350 artisti tibetani che rappresentano nove compagnie stanno arrivando al TIPA (The Tibetan Institute of Performing Arts) dove risiederanno per i prossimi dieci giorni. Il Karmapa sarà l'ospite principale dell'apertura del festival.

giovedì 25 marzo 2010

Il Dalai Lama invitato in Valle d'Aosta

(ANSA) - AOSTA, 25 MAR - Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha approvato ieri sera all'unanimità una risoluzione in cui si esprime "solidarietà nei confronti del popolo tibetano e delle minoranze etniche, culturali e religiose oppresse e private della loro libertà" e nella quale si invita il Dalai Lama per una visita.

Il documento - illustrato in aula da Roberto Louvin (Alpe) - prende spunto dallo svolgimento in Valle d'Aosta dei Campionati mondiali militari di sport invernali, in occasione dei quali "la presenza delle delegazioni è stata accompagnata da alcuni interventi tesi a limitare la libera e pacifica espressione di simpatia e solidarietà nei confronti della minoranza tibetana, verso cui questo Consiglio ha già diverse volte espresso la propria convinta solidarietà".

La risoluzione approvata intende riaffermare, come riportato in una nota del Consiglio Valle, "nello spirito di amicizia e di rispetto verso tutti i paesi presenti che ha contraddistinto la manifestazione sportiva, i propri valori irrinunciabili di solidarietà nei confronti delle minoranze etniche, culturali e religiose oppresse e private della loro libertà", invitando i Presidenti della Regione e del Consiglio regionale "a rendersi interpreti di questo pensiero nelle sedi competenti e ad assicurare che venga sempre e comunque rispettato nella nostra Regione il diritto di esprimere sempre le proprie opinioni politiche". 

Ribelli maoisti indiani: alcune riflessioni

Negli scorsi giorni i ribelli maoisti hanno intensificato la loro offensiva in risposta agli attacchi del Governo indiano. Il conflitto in corso potrebbe danneggiare un programma di investimenti nella zona mineraria nel nord est del paese. Ma vediamo quali potrebbero essere i rischi e le conseguenze di questa insurrezione. Il movimento ribelle è presente in 13 dei 28 Stati dell’India ed è considerato la più grave minaccia alla sicurezza interna del Paese. Il movimento nassalita, dal nome della città di Naxalbari (West Bengala) dove ha preso le mosse nel 1967, unisce l’ideologia maoista alle rivendicazioni delle popolazioni tribali degli Stati in cui è presente. In diverse zone di Jharkhand, Chhattisgarh, Andhra Pradesh, Orissa, Bihar, West Bengala e Maharashtra impone tasse che alcuni stimano fruttino sino a 15 miliardi di rupie, pari a oltre 200 milioni di euro, e ha dato vita anche ad un amministrazione parallela a quella del governo locale.
La repressione del Governo aveva inizialmente bloccato sul nascere le sommosse ma a partire dagli anni ’80 il movimento si è riorganizzando. Attualmente si stimano 22.000 combattenti armati con munizioni automatiche, razzi a spalla e esplosivi. I funzionari indiani dicono che il movimento si sta organizzando anche nelle città accogliendo consensi tra gli studenti e alcuni intellettuali.
L’impatto sull’economia della guerriglia può per ora non essere molto rilevante ma il segnale più importante è che il Governo indiano non riesce a controllare il proprio territorio e naturalmente questo spaventa alcuni investitori coinvolti nelle aree in cui i maoisti sono presenti. I ribelli attaccano regolarmente le linee ferroviarie e le fabbriche proprio con l’intento di bloccare l’attività economica. Le aziende più colpite sono quelle dell’ estrazione mineraria e della produzione di acciaio. L’effetto dell’insurrezione maoista ha colpito la produzione e la consegna di acciaio di cui l’India è un grande produttore. I maoisti inoltre sostengono  i coltivatori che sono in aperta lotta con il Governo che vorrebbe acquistare nuovi terreni per incrementare l’industria. Fin ora il Governo ha utilizzato la polizia federale per fermare l’insurrezione rifiutandosi, per ora, di utilizzare l’esercito. Il Governo si dice ottimista nel reprimere i ribelli entro cinque anni.

Christian Gilardi

Nuova offensiva della guerriglia maoista in India: tre soldati tra le vittime

In una nuova ondata di attacchi nel nord est dell'India, i maoisti hanno ucciso nella notte scorsa cinque persone, fra cui tre soldati. Le violenze coincidono con lo sciopero generale di due giorni che si conclude oggi. In particolare, negli scontri a un casello di Mahapur, dato alle fiamme, sono morti una guardia e un camionista. Tre militari sono poi stati uccisi in un attacco dei ribelli nel distretto di Parlakhen, dove il governo vuole lanciare un'offensiva contro la guerriglia maoista.

mercoledì 24 marzo 2010

Due scosse di terremoto in Tibet

Due scosse di terremoto di rispettivamente 5,7 e 5,5 gradi Richter hanno colpito questa mattina il Tibet. L'epicentro di entrambi gli eventi sismici è stato individuato nel distretto di Niainrong. Non vi sarebbero stati né danni né vittime.
Deux séismes frappent le Xizang, Tibet, région frontalière avec le Qinghai, Chine

Mostra unica sul Tibet a Sassari


Si chiama "Tibet: mistero e luce" la cultura dell'altipiano la mostra che sarà inaugurata il 26 marzo alla Pinacoteca di Sassari. L'esposizione è costituita dalla Collezione privata più vasta e più importante d’Europa: 500 antichi oggetti tibetani che appartengono ad Enrico Dellacà. Tra i preziosi oggetti spicca il Buddha importato mille anni fa da Atisha, il maestro indiano che introdusse il buddismo in Tibet.
Il catalogo della mostra, che rimarrà aperta fino al al 14 maggio, potrà essere acquisito dai visitatori in cambio di un’offerta nominale destinata a 400 bambini tibetani esuli, che attualmente si trovano nel Monastero di Ganden, in India.

Free Tibet plaude la decisione di Google

E' una vittoria contro la censura. In questo modo Stephanie Brigden, direttore dell’Organizzazione non governativa Free Tibet, ha commentato la decisione di Google di spostare il suo traffico dalla Cina a Hong Kong. "Speriamo", ha affermato, come si può leggere su Asian News, "che questa mossa incoraggi gli internauti di Cina e Tibet a chiedere di buttare giù il Grande Firewall simbolo del controllo cinese sulla rete".

La scelta del colosso di Mountain View di combattere la censura comunista, secondo la Brigden, è giunta al momento giusto. I leader cinesi hanno infatti politicizzato la rete, adottando misure più severe di quelle già in atto, per controllare ulteriormente i cittadini. E in Tibet le autorità hanno emesso sentenze sproporzionate e sempre più crudeli contro quei tibetani che hanno usato internet per comunicare al resto del mondo la vera situazione della regione.

Asian News ricorda che nel novembre del 2008 Wangdu, un operatore sanitario tibetano, è stato condannato all’ergastolo per aver mandato una mail fuori dalla regione che conteneva informazioni sulle proteste della primavera precedente. Sempre nel 2008, la signora Norzin Wangmo è stata condannata a 5 anni di galera per aver usato internet per dare informazioni sui diritti umani violati in Tibet. Stessa sorte per Gonpo Tsering, 32 anni, condannato a tre anni agli inizi del 2009.


martedì 23 marzo 2010

Commissione tibetana: riprendono i lavori

E iniziata oggi a Dharamsala la ventunesima riunione della Commissione tibetana incaricata di favorire il dialogo con il Governo cinese. La commissione è formata da ministri dell'Esecutivo in esilio e da inviati del Dalai Lama. La riunione si concluderà il 25 marzo.
La commissione si riunisce per la prima volta dopo la ripresa del dialogo sino-tibetano dello scorso gennaio.
I colloqui erano stati sospesi dopo la presentazione da parte tibetana del "Memorandum on Genuine Autonomy for the Tibetan People” considerato da Pechino “una proposta di autonomia mascherata da un'idea indipendentista”.
Il Governo tibetano in esilio da parte sua ha ribadito che il Memorandum è stato redatto in conformità con le disposizioni della Costituzione della Rebubblica Popolare Cinese e delle relative leggi sull’autonomia regionale. Come è noto la Cina ha rifiutato la proposta tibetana.

Google vs Cina, intervista a Francesco Sisci

Il corrispondente de La Stampa in Cina, Francesco Sisci, ha rilasciato questa intervista ai microfoni della Radiotelevisione svizzera. Intervistato da Alessandra Spataro, ha spiegato le ripercussioni della scelta, da parte di Google, di spostare il traffico internet sul suo sito a Hong Kong.

Il Dalai Lama anticipa la sua visita in Slovenia

23 MAR. Il Dalai Lama visiterà la Slovenia il 5 aprile prossimo anticipando la sua visita di una settimana. Lo comunicano le autorità di Maribor. Il leader tibetano soggiornerà per tre giorni nella cittadina del nord del paese ma non si recherà nella capitale Ljubliana. Tenzin Gyatso incontrerà il sindaco di Maribor, Franc Kangler. Nessun altro incontro con le autorità è previsto. L’università, una scuola superiore e la municipalità della seconda città del paese hanno invitato il Dalai Lama per una conferenza sulle questioni umanitarie che riguardano i giovani. Il Dalai Lama era già stato nel 20002 in Slovenia dove aveva incontrato non ufficialmente diversi responsabili politici. Inseguito il leder tibetano in esilio si recherà a Zurigo dal 9 all’11 aprile invitato alla XX Conferenza di “Mind and Life”.

Christian Gilardi

Google: in Cina ancora bloccate ricerche scomode

Pechino, 23 MAR - Nonostante la decisione di Google di porre fine alla censure e non filtrare piu' i contenuti del suo motore di ricerca in Cina, stamane nel gigante asiatico rimagono ancora bloccate le ricerche scomode. Per aggirare la legge del Paese, che obbliga a censurare temi delicati -come il Dalai Lama o il tibet- il gigante di MouNtain View ha chiuso il motore di ricerca della Cina continentale e dirotta automaticamente gli utenti al sito-web di Hong Kong. Ma Great Firewwall -'la grande muraglia di fuoco', come e' battezzato il controllo del regime sul cyberspazio- continua a bloccare le ricerche scomode: le ricerche dalla Cina di temi come il Tibet o Amnesty International risultano infatti ancora impossibili.

lunedì 22 marzo 2010

Alcune riflessioni dopo la morte di Koirala

Il Nepal gioca un ruolo fondamentale nell’area asiatica in quanto geograficamente si situa tra due giganti: l'India e la Cina. Tradizionalmente il paese himalayano è sempre stato sotto l’influenza del governo indiano il quale fornisce combustibile e materiale bellico. Per la Cina invece il Nepal è ritenuto importante per la sicurezza del Tibet. Il Nepal è il paese che ospita il maggior numero di rifugiati tibetani e la comunità tibetana è consistente. E’ proprio dal Nepal che si scatenano frequentemente le proteste dei tibetani in esilio nei confronti della Cina.


Nel 2008 il Nepal è andato alle urne per votare l’Assemblea Costituente per riscrivere la nuova Costituzione. Sempre nel 2008 è stata abolita, dopo 239 anni, la monarchia fortemente contrastata dal movimento maoista che dal 1996 aveva innescato una guerriglia cruenta. Ma altri due importanti questioni sono ancora da risolvere:più di 19.000 guerriglieri maoisti, posti sotto tutela dell’ONU devono ancora essere integrati e riabilitati nelle forze armate e l’Assemblea deve presentare la nuova Costituzione entro il 28 maggio.

Koirala stava ottenendo un consenso fra tutti i partiti per risolvere il problema dei guerriglieri maoisti e trovare un accordo sulla nuova Costituzione. I maoisti, che hanno rinunciato al governo di coalizione erano in trattativa con l'anziano leader per insediare un governo di unità nazionale sotto la loro direzione. La morte di Koirala preoccupa molto i maoisti e alza il rischio di un prolungamento indeterminato della crisi politica

Che cosa potra accadere nel prossimo futuro? Con tutta probabilità, l'Assemblea Costituente non riuscirà a consegnare la nuova Costituzione entro il 28 maggio poiché è ancora da risolvere come sarà il futuro governo, se presidenziale o federale e come esso distribuirà le risorse. Gli esperti dicono che la Costituzione provvisoria aspetterà almeno altri sei mesi prima di essere approvata da tutti i partiti. Un’altra possibilità sarà quella che il governo darà pieni poteri al Presidente fino alla stesura e l’approvazione definitiva della Costituzione. In questo caso è probabile che i maoisti cercaranno di bloccare il governo con manifestazioni. Il ritorno alle armi è altamente improbabile anche se Prachanda, il principale leader maoista, ha affermato che se non si avranno risultati immediati cercherà di bloccare il governo senza però indicare il metodo, rendendo i partiti tradizionali molto sospettosi.
La pressione pubblica sui partiti politici e i maoisti è molto grande: tutti auspicano un’intesa pacifica tra le parti politiche per ritrovare la pace.

Christian Gilardi

Nepal: ultimo saluto a Girijia Prasad Koirala

Kathmandu 22 MAR. Decine di migliaia di persone hanno partecipato ieri ai funerali dell’ex premier Girijia Prasad Koirala, storico fautore della democrazia e leader del Partito del Congresso, morto il 20 marzo scorso all’età di 86 anni per attacco cardiaco. Il suo corpo è stato cremato nel tempio di Pashupatinath (Kathmandu) secondo il tradizionale rito indù alla presenza di tutte le autorità politiche del Paese. Prima dei funerali la salma è stata esposta per un giorno presso il Dasarath Stadium di Kathamandu, per consentire a tutta la popolazione l’ultimo saluto.
Tra i messaggi di cordoglio anche quelli della comunità internazionale e del premier indiano Manmohan Singh. Questi ha ricordato Koirala come un "leader per le masse e un vero uomo di stato capace di guidare la politica nepalese lungo la giusta rotta in molte delle svolte chiave della storia del paese".

La comunità tibetana in esilio ha celebrato la morte dell’ex premier, accedendo oltre mille lampade in sua memoria. “Il Nepal ha perso uno dei suoi figli migliori – ha affermato Thinley Gyatso, responsabile del Tibetan Reception Centre di Kathmandu - E’ sempre stato buono e generoso verso tutte le persone, senza pregiudizi verso il loro credo religioso e politico”.

Tibet, ondata di arresti per infomazioni all'estero

Reporter senza frontiere lancia un grido d'allarme: almeno 50 tibetani sono stati arrestati ed in alcuni casi condannati a pesanti pene detentive negli ultimi due anni per aver inviato informazioni all'estero.

RSF afferma che i fermi sono iniziati nel marzo del 2008, durante una serie di manifestazioni anticinesi svoltesi in Tibet.

In particolare, l'organizzazione denuncia tra gli altri il caso di Dasher, un giovane attivista tibetano condannato in febbraio a 10 anni di prigione per "separatismo" dopo che aveva inviato all'estero notizie e fotografie sulle proteste del 2008. (A*less)

domenica 21 marzo 2010

Energia verde in Tibet, ma...

Sono iniziati da venerdì i lavori di costruzione in Tibet di una centrale solare, impianto che servirà a ridurre la penuria di energia elettrica nel rispetto dell'ambiente. Con una capacità di 10 megawatts dovrebbe produrre 430 milioni di kWh di elettricità per 25 anni. La costruzione, che sarà terminata entro i prossimi 10 mesi, è situata a circa 90 chilometri a nord-ovest di Lhasa.

Dietro a questo progetto si cela il China Long Yuan Power Group. Bisogna ancora capire se la mossa è volta effettivamente per fini ambientali. La Cina si trova confrontata con una penuria di energia e tenta di far fronte al problema optando anche per le cosiddette alternative verdi che dovrebbero con il tempo sostituire, forse, il carbone. La notizia viene pubblicata sul nostro blog solo a scopo informativo, cercheremo di approfondire la questione. (A*less)





Il Nepal piange il suo ex premier Koirala


"Una perdita irreparabile" per il delicato processo di pace nella nascente repubblica himalayana. In questo modo il leader dei maoisti Prachanda ha commentato la morte, avvenuta sabato, dell'ex premier nepalese Girija Prasad Koirala. Koirala, che ha rivestito la carica di primo ministro per ben 6 volte (è stato tra l'altro il primo ad essere stato eletto democraticamente nel 1991) è stato il fautore dei negoziati di pace proprio con i ribelli maoisti.

Spentosi a 86 anni nella sua casa di Kathmandu in seguito a un'infezione al torace, nel 2006 ha permesso ai ribelli di entrare di diritto nella scena politica del paese. Questa mossa ha aperto, allo stesso tempo, la strada all'abolizione della monarchia, che durava da oltre due secoli. (A*less)