domenica 8 agosto 2010

Tibet: inondazioni nella regione di Gannan

Sono almeno 127 le vittime delle inondazioni e degli smottamenti che, a causa della forte pioggia, hanno colpito
gli abitanti della contea di Zhouqu, nella prefettura autonoma tibetana di Gannan, nella provincia nord-occidentale cinese del Guansu. Le autorità cinesi, nella serata di oggi, hanno confermato il  numero delle vittime fino ad ora recuperate, così come il numero dei dispersi, sceso da 2.000 a 1.294. Sul posto si è insediata una commissione che gestisce l'emergenza, presieduta dal primo ministro cinese Wen Jiabao che è volato da Pechino in tarda mattinata. Con lui, che ha decretato il secondo grado di emergenza per il disastro, anche il ministro della pubblica sicurezza, che ha inviato oltre 3.000 soccorritori. Sono invece 76 le persone ricoverate negli ospedali della zona, mentre 45.000 gli evacuati secondo un comunicato del governo provinciale. Ai soccorritori, la maggior parte poliziotti, pompieri e soldati dell'esercito cinese, si sono uniti gli stessi residenti che hanno già portato in salvo 648 persone. I soccorritori combattono contro il tempo, perchè i meteorologi hanno predetto per martedì una nuova
ondata di forti piogge. Ma anche contro il fango, che in alcune zone supera i due metri, e contro la geografia del luogo. La zona, infatti, è una valle al centro della quale scorre il fiume Bailong, nel quale, oltre all'acqua piovana, sono confluite rocce, detriti, alberi, caduti dalle colline e montagne circostanti. In queste ore l'acqua è scesa di 40 centimetri, ma la situazione è ancora difficile perchè oltre due terzi della regione è senza energia elettrica. Sia il presidente cinese Hu Jintao che il premier Wen Jiabao hanno individuato nella salvezza dei cittadini la priorità, seguita dall'assicurare un tetto e un pasto ai sopravvissuti e il ripristino delle vie di comunicazione.
Solo nel villaggio di Yueyuan sono oltre 300 le case sommerse da acqua e fango e non si sanno quante vittime ci siano. L'acqua esondata dal fiume Bailong e quella scesa dalle montagne portando rocce e detriti, hanno livellato un'area lunga circa cinque chilometri. Oltre 10.000 persone hanno già trovato rifugio in campi con tende posizionati in altitudine. La televisione cinese ha mostrato immagini di sopravvissuti che attendono di essere salvati sui tetti delle abitazioni, quasi del  tutto sommerse dal fango. Alcune importanti strade della contea sono state ripulite alla meglio per favorire il passaggio dei soccorritori, ma molte zone remote non sono state ancora raggiunte e si scava a mani nude per estrarre dal fango eventuali sopravvissuti. La pioggia ha cominciato a scendere copiosa ieri sera intorno  alle 22, provocando, due ore più tardi, le frane e gli smottamenti. Sul fiume Bailong si è creata una barriera di detriti intorno all'una di notte, che ha favorito l'esondazione. Secondo un portavoce provinciale, la barriera è lunga tre chilometri, larga 100 metri e profonda nove metri. Mantiene almeno 1,5 milioni di metri
cubi di acqua. Sul posto, con un elicottero, sono arrivati esperti di demolizioni per tentare di sistemarla.
La contea di Zhouqu, copre un'area di 3.010 chilometri e ha circa 134.700 abitanti, il 33% dei quali tibetani. Si trova nell'area sud orientale della prefettura a 276 chilometri da Lanzhou, capoluogo del Gansu. Il maltempo e le piogge torrenziali, dall'inizio dell'anno, hanno provocato oltre 2.100 morti in tutto il paese e l'evacuazione di 12 milioni di persone.

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