venerdì 13 agosto 2010

Ergastolo a uomo d'affari tibetano avvolto nel mistero

E' avvolta nel mistero la condanna al carcere a vita inflitta dalla Cina a Dorje Tashi, uno degli uomini d'affari più ricchi del Tibet. La notizia è stata divulgata da alcune organizzazioni non governative, mentre la stampa ufficiale tace. All'uomo, proprietario dello Yak Hotel di Lhasa, sono stati confiscati tutti i beni, per un valore che si aggira attorno ai 680 milioni di franchi.

Sempre secondo fonti ONG, nello stesso processo, è stato condannato a 6 anni di carcere anche il fratello Dorje Tseten. Nessuno è per ora a conoscenza delle accuse volte nei loro confronti.

Dorje Tashi, considerato molto vicino ai leader politici locali, non ha mai svolto attività politica attiva e sembra non abbia mai calpestato i piedi a nessuno. L'ipotesi più gettonata è che abbia fatto donazioni segrete ad alcuni monasteri (anche se la pena non sarebbe proporzionata al reato) o avrebbe inviato soldi al Governo in esilio tibetano a Dharamsala. Il suo arresto risale al 2008, subito dopo le proteste scoppiate a Lhasa.




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