Oltre trenta metri di seta dipinta che fotografano la Mongolia del XVI secolo. E' l'incredibile 'Mappa del paesaggio mongolo', documento unico che sara' in mostra a Roma, in prima mondiale dal 21 ottobre al 26 febbraio alle Terme di Diocleziano, inserito nella rassegna 'A Oriente. Citta', uomini e dei sulla via della seta', primo di 11 progetti della neonata Biennale Internazionale di cultura Vie della Seta.
L'importante reperto, un lungo rotolo, e' stato rinvenuto e acquistato nel 2002 in Giappone -dove era giunto negli anni Venti del Novecento- da una societa' d'aste di Pechino e ora e' di proprieta' di un privato cinese.
Risale all'epoca Ming (sarebbe stata realizzato tra il 1524 e il 1539) e raffigura luoghi e soggetti rinomati delle Vie della Seta, un territorio vastissimo che dal lembo più occidentale della provincia cinese del Gansu (Cina nord occidentale) arriva fino al Mar Rosso. Anzi, secondo l'esperto della universita' di Pechino che l'ha studiata, in origine doveva misurare almeno 40 metri, descrivendo pure le terre che dalla Mecca arrivavano all'odierna Istambul.
Realizzata con inchiostro e colori su seta, la Mappa e' ricca di 211 toponimi cinesi, molti dei quali traslitterati dal mongolo, dall'uiguro, dal persiano, arabo, armeno, greco..persino la Mecca (Tianfang) e' presentata come una nobilissima citta' della Cina.
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