Maggiore controllo sui monasteri tibetani per ridurre l'influenza del Dalai Lama. Questa la nuova mossa pensata dalle autorità cinesi. A partire quindi dal primo novembre entreranno in vigore le cosiddette nuove "Misure di gestione dei monasteri e dei templi buddisti".
In un comunicato dell'amministrazione per gli affari religiosi si può leggere che la decisione è stata presa dopo aver verificato che in alcuni monasteri i monaci sono stati influenzati da "forze separatiste interne ed esterne, le quali hanno seriamente influenzato il normale ordine del buddismo tibetano... e offerto alla cricca del Dalai Lama un'opportunità per complottare e spargere confusione nell'area tibetana, impegnandosi in distruttive attività separatiste».
I nuovi regolamenti serviranno, si può sempre leggere, "a mantenere il normale ordine del buddismo tibetano e a costruire un'armoniosa società socialista".
La nota segue la notizia, diffusa venerdì scorso dal Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia (Tchrd), della condanna di due monaci coinvolti nelle proteste tibetane del 2008: Jampel Wangchuk e Kunchok Nyima, del monastero di Drepung, uno dei più importanti del Tibet, dovranno scontare rispettivamente l'ergastolo e 20 anni di carcere.
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